domenica 13 agosto 2017

Testo teatrale per il Carnevale di Quaresima a Jelsi (Campobasso)


Testo che prende spunto dalla tradizionale festa Si Sega la Vecchia che si svolgeva in famiglia nella II domenica di Quaresima a Jelsi in Provincia di CampobassoIl testo è stato rappresentato in piazza per la prima volta nella II domenica di Quaresima dell'anno 2001.



SI SEGA LA VECCHIA
- I NOMI E I FATTI DI QUESO TESTO SONO PURAMENTE CASUALI E NON INTENZIONALMENTE MALEVOLI -

La Vecchia gira per le vie del paese continuando a dispensare dolcezze e beveraggi che inebriano i presenti, rapiti dalla sua presenza.
Pulcinella accompagna il carro, coinvolgendo i presenti a fare sostanziose bevute di vino.
In piazza, nel bel mezzo della festa, prima un pianto, poi un urlo.


Pubblico di donne
  • (A) Eccidétele… denunciatela!… denunciatela!… šta dènne éncóre sgàndele…
  • (C) La Quaresima è entrata da più di una settimana. Chiamate i carabinieri. 
  • (B) Fermàtele!… éccedétele!… spetecciatele!… aiutateme!.. aiutateme!…
  • (C) Fermate quella ladra indemoniata!.. quella ci fa diventare pazzi, quella ci porta via tutto!
  • (B) I carbenére,… 'a guardie!… do' štane!… chiamate 'a forze pubbliche!… chiamate 'u sineche!.. 
Continuano le urla; suono di sirena; colpo di petardo e fumogeni. Arrivano i carabinieri a cavallo che accompagnano il Pubblico ministero.

Pubblico ministero (sale su di un palco: segue un momento di silenzio)
  • Visto la continua e violenta protesta. Vista la denuncia della signora Pasqualina Amodio, coniugata con Giovanni Sarmento, ai danni della Vecchia. Considerati i comportamenti di questa, ambigui e poco edificanti. Considerati i danni arrecati ad alcune donne, i cui rispettivi mariti sono diventati vittime di locali ambigui gestiti dalla stessa Vecchia. Mariti, che hanno ricevuto danni irreversibili alla psiche e alle tasche, perdendo il controllo sui loro portafogli. Si fermi a tutti i costi la Vecchia, in modo che non siano inquinate le prove. E si giudichi per direttissima l'accusata…
Maresciallo!…
Maresciallo dei carabinieri
  • Ai vostri comandi signore,… i nostri destrieri sono pronti…
Pubblico ministero
  • A lei l'onore di portarci la sciagurata donnina, il futuro di questo paese è un po' anche nelle sue mani.
(legge il mandato d'arresto) 
Dato che l'imputata ha attratto verso di sé, tramite strani sotterfugi psicologici, e le lusinghe del piacere e l'arte della seduzione esercitata dalle sue donne, l'intera parte maschile della cittadinanza jelsese, mettendo a rischio riproduttivo questa zona del Molise. 
Questo tribunale formula, nei confronti della Vecchia decrepita, l'accusa di circonvenzione d'incapace, e ripeto circonvenzione.
Le consegno il mandato d'arresto con la firma del GIP.
Prego maresciallo e faccia presto!...
Maresciallo dei carabinieri
  • Ai suoi ordini signore…
I carabinieri a cavallo attraversano la folla per andare alla ricerca della Vecchia. 
Sentono voci tra il pubblico, così tergiversano.

Un gruppetto di uomini
  • (A) 'A vècchie ci vo' bène,… 'n à éccise mai é nesciune. 
  • (B) È una congiura!..
  • (A) No!.. No!… Me che iè 'ssa circoncisione… quésse iè 'na menòvre de chisse quatte puletecante.
  • (C) 'N iè juste quésse êccuse,..
  • (A) Ie 'a Vècchie 'a chenósce bóne,… che colpe tène se ze 'a fae c' tutte quante.
  • (C) Pe quešte zòne, iésse ce à purtate 'o calle africane; ce à purtate 'a rascie d'u Brésile; ce à purtate l'arie frésche d'a Rumenìe e d'i pèise de do' scióscie 'a vòrie.
Pubblico di donne
  • (A) Che ve pòzzene éccite,.. 'n ve ebbašte l'acche d'a case voštre,.. 'n ve ebbašte 'a lampe d'a ciummenère, né quélle d'o reštuccere… ve puzze tòrce 'u male,..
  • (B) Décche iàme chedènne sempre ièreve vérde…
  • (C) Siete insaziabili… La Vecchia sta traviando non solo in nostri mariti, ma anche i nostri figli…
  • (A) Me 'n iè sempre ebrile e 'n iè sempre maje…
Un gruppetto di uomini
  • (A) Me che iate chedènne. 
  • (B) Me iateve a remétte. 'A vecchie è robbe noštre, e povere é chi 'a tòcche.
Tirano fuori due cartelli dove c'è scritto, W LA VECCHIA - ÓSSE VÉCCHIE ÉNGRASSE 'A MENEŠTRE.
Pubblico di donne
  • (A) Scriènzête… sènze facce e sènze rescióre… 
  • (B) 'O meglière voštre 'n so' bòne…
  • (D) Sciagurate, 'n vedéte 'o male che quélle purcèlle fae a' figlie nóštre.
  • (A) Puzze murìe 'a Vècchie, reménnatele de quište paiése. 
  • (B) Chiamate 'u sineche, chiemate pure 'a guardie…
  • (C) Ci appelliamo alla legge Merlettini... 
  • (A) Chiudéte 'llu burdèlle sótte 'u spórte, Carnevale iè fenute…
  • (D) Cumme iè sciute 'a vacche pazze, décche fecéme scie pure 'a scrófe pazze…
Pubblico ministero (al maresciallo)
  • Maresciallo faccia in fretta, in fretta e le saremo grati: qui urge un processo, il pubblico è in subbuglio.

Il maresciallo parte definitivamente con un gruppo di carabinieri a cavallo alla ricerca della Vecchia imputata. 
Ancora confusione. Voci che chiedono l'intervento del sindaco. 

Voci
  • Vogliamo il sindaco, sin - da - co… sin - da - co… sin - da - co…

Il sindaco si affaccia dal balcone del Municipio.

Il sindaco 
  • Ringrazio tutti voi per la fiducia accordata anche in questa occasione, ma prendo atto che la situazione venutasi a creare è alquanto torbida. In queste occasioni come cittadini civili non possiamo che non affidarci pienamente alla giustizia dei tribunali. Allora sia fatta richiesta per la nomina di un giudice dalla corte suprema, affinché giudichi questo caso estremo di Jelsi. Noi come comunità siamo per la par condicio, e non vogliamo che le scelte siano condizionate da interessi di colore e di parte, come succede spesso nei tribunali regionali di mezzo mondo. Come responsabile dell'ordine pubblico, ma soprattutto come cittadino di questa comunità, nell'attesa dell'arresto della sventurata, lasciatemi interpretare i desideri di quelli che ancora hanno voglia di darsi al pazzo divertimento. Cari cittadini, amici e conoscenti, in via straordinaria siano prolungati i festeggiamenti di piazza, affinché ancora tutti possano gioire, anche quelli che pensano di ricevere un torto da ciò che sta per accadere e che danno piena ragione alla signora appena incriminata. A questi soprattutto mi rivolgo con animo sereno, rassicurandoli per il futuro: giustizia sarà fatta. La legge, come recitano i tribunali, è uguale per tutti. Quindi godetevi ancora questa coda straordinaria di Carnevale. Buon divertimento!…
  
(cambiamenti nel testo rappresentato nel 2002):
IL SINDACO:
Buona sera,.. buona sera. Ringrazio tutti voi qui presenti questa sera per la fiducia accordata anche per questa occasione, ma prendo atto che la situazione venutasi a creare non è di facile soluzione, diciamo che è alquanto torbida e solo un atto assennato può fornirci una soluzione adeguata. In questi casi non ci sono né discorsi istituzionali né discorsi politici che tengano, con estrema franchezza concittadini siamo in piena crisi sociale. 
Come un cavallo di Troia, una parte femminile, giovane e di estrema bellezza, elegante e suadente, si è presentata in paese, poi…  orrore!.., questa si è tramutata in una Vecchia decrepita, in uno spettro malefico che ha cercato e sta cercando tuttora di acquisire i nostri corpi e invadere le nostre menti. L’imbarazzo di tutti noi, immagino, sta nel fatto che fino a qualche giorno fa l’intera comunità ha convissuto con la donna che stasera ho sentito accusare. Oggi, essa è il mostro uscito allo scoperto che vuole conquistare un ruolo di prim’ordine nella nostra quotidianità. Oggi, e solo oggi lo vediamo con i suoi veri panni, lo vediamo scorazzare per le strade, entra nei bar, è entrato nelle nostre case promettendo amicizia e amore, fa promesse di ogni genere, anche di posti di lavoro. Io dico, guardatelo bene questo mostro, è seguito da un’ accozzaglia di diseredati, di personaggi inetti e inconcludenti, in grado, non dico di vivere, ma di apparire solo per intascare il rame per gl’inferi, pochi centesimi estorti alle nostre non troppo ricche tasche per coltivare la propria avarizia e dissolutezza.  
Parlando di rame, ahimè, come diceva una saggia vecchia di Jelsi, “occhie spanne spanne, so’ chellare che ‘n ze recagnene”, possiamo parafrasare: guarda bene prima di acquistare il rame per la vita, perché questo rame non si può cambiare, cioè guardiamo bene prima di accettare tra noi questa Vecchia, perché scegliere di averla in casa, significa minare le basi dei sani principi di convivenza civile della comunità. 
Oggi ci svegliamo pieni di orrore ed è vero, ma siamo ancora in tempo, possiamo ripulire il nostro comune, niente è ancora perduto. 
Noi, come inermi paesani facenti parte della regione Molise, contro questi mali possiamo intraprendere un’unica sola strada, oltre l’imprecazione di una giustizia divina. Questa strada è rappresentata dalla forza della giustizia dell’uomo, quella indipendente e autonoma che una civiltà, con la sua cultura, sa esprimere. In questa occasione come cittadini civili non possiamo che non affidarci pienamente alla giustizia dei tribunali. Perciò sia fatta richiesta per la nomina di un giudice dalla Corte suprema dello Stato Italiano, affinché giudichi questo caso estremo di Jelsi. 
Noi come comunità siamo per la par condicio, e non vogliamo che le scelte siano condizionate da interessi di colore o di parte, come spesso succede nelle aule dei tribunali amministrativi regionali di mezzo mondo.
Come responsabile dell'ordine pubblico, ma soprattutto come cittadino di questa comunità, nell'attesa dell'arresto della sventurata, lasciatemi interpretare i desideri di quelli che hanno smascherato questa vecchia balorda, mostro pieno di bramosia di potere, pericoloso essere stroncatore di un vivere organico volto ad una sana riproduzione. 
Cittadini, amici e conoscenti, in via straordinaria siano prolungati i festeggiamenti di piazza. Si festeggi,.. si festeggi affinché si proceda alla purificazione dell’insania,.. affinché ancora tutti possano gioire. 
Gioiscano anche quelli che pensano di ricevere un torto da ciò che sta per accadere e che danno piena ragione alla signora appena incriminata, perché anch’essi guadagneranno sana esistenza da tutto ciò. Soprattutto a questi mi rivolgo con animo sereno, rassicurandoli per il futuro: giustizia sarà fatta. “LA LEGGE”, come recitano i tribunali, “È UGUALE PER TUTTI”.
Quindi, concittadini, godetevi ancora, anche per il 2002, questa “coda” straordinaria di Carnevale.  Buon divertimento!…
  
  

·         CONTINUANO I FESTEGGIAMENTI - 



Una voce tra il pubblico
  • La Vecchia è stata arrestata!…
Un'altra voce
  • È fenute Carnevale!…

Un'altra ancora
  • E ve 'o credèvate… 'A pórtene i carebenére, 'a ténene éttêccàte c'a zóche…
In tribunale.
Giudice (entra con un bavaglio al collo e un grosso cucchiaio in una mano e nell'altra un libro, mentre il cancelliere gli serve un bel piatto con il brodo. Egli colpisce con un martello la sua cattedra o suona un campanello. Poi si sente il risucchio del brodo che sta bevendo)
  • Mentre aspettiamo, date le misere condizioni della parte in causa, sia nominato urgentemente un avvocato d'ufficio o se c'è un avvocato tra il pubblico, si faccia avanti (risucchio).
L'avvocato della Vecchia
  • Con grande piacere che prendo sulle mie spalle le sventure della signora che è in arrivo. Il nostro lavoro è quello di difendere le vittime indifese contro i soprusi dell'uomo, in modo che trionfi la ragione sugli istinti bestiali, e che l'imputato abbia una condanna giusta. Spesso si spargono voci, in cui noi avvocati veniamo accusati di far figliare le cause, ma sono accuse sconsiderate fuori di ogni logica razionale… Io non…
Giudice (suonando un campanello o un martello)
  • Avvocato lasciamo perdere i parti e metta la toga, perché, non so che cosa succede al tribunale di Campobasso e se in esso vi sia una corsia di maternità e nemmeno ho intenzione indagare l'ambiente in cui lei attinge alcuni vocaboli. In questo paese, per quanto ne so, di nascite ce ne sono poche, e poi tenga presente avvocato che questo è un processo per direttissima, quindi lasciamo perdere le figliate, e cominciamo ad elencare i fatti… (morde un pezzo di carne) avvocà i fatti!...
Pubblico ministero
  • I fatti signor giudice ci sono, e tra questi: la bella signora,.. oltre a praticare l'usura (le dai un dito e poi si prende tutta la persona), oltre a praticare lo sfruttamento di minori, il finanziamento illecito di alcuni politici, lo spaccio di sostanze eccitanti, ci sono anche quelli che si riferiscono ad atti osceni in luogo pubblico della donna da noi accusata e infine, in combutta con la Wanna della televisione (aggiunta al testo 2002), circonviene le nuove generazioni portandole ad uno stato di sottomissione pietoso. Caro giudice, questa si è contornata di un codazzo di persone che trovandosi in uno stato di sottomissione suprema, come dicevo prima, viene dalla stessa manovrato a suo piacimento. Caro signor giudice, la Vecchia in questione è un cattivo esempio di civiltà. Deve sapere che la sua condotta sta mettendo in ginocchio un'intera economia, e le donne qui presenti ne sono testimoni... 
L'avvocato della Vecchia
  • Giudice non è possibile, è fuori da ogni regola dell'accusa parlare di reati e non presentare in aula i corpi del reato. Questo rischia di non essere un tribunale civile, ma un tribunale dell'inquisizione. Qui si vuole fare la caccia alle streghe. Qui si vuole trovare un capro espiatorio a tutti i costi. Caro pubblico ministero devo dirle con estrema franchezza che lei potrebbe vivere tranquillamente nell'epoca in cui le donne venivano bruciate vive. Stasera ci troviamo nel 2001 (2002), per la precisione 11(24 febbraio 2002) marzo del 2001, la sua macchina del tempo ha forse sbagliato data…
Pubblico ministero
- Giudice, obiezione!… obiezione!… qui si offende la mia professionalità.

Giudice (risucchio)
  • Obiezione accolta… Avvocato riportiamo la discussione in un ambito linguistico più appropriato ad un luogo austero come quest'aula di tribunale. Prego torni al processo. 
L'avvocato della Vecchia
  • Bene giudice…il pro/cesso
Giudice ( risucchio)
  • Avvocato non pro/cesso, la dizione è processsso…
L'avvocato della Vecchia
  • Le mie scuse giudice: pro/cesso, (si corregge) processo. Giudice, spesso ci dicono di avere una malattia cronica sulle s/palle… 
Giudice 
  • Sulle spalle, sulle spalle.
L'avvocato della Vecchia
  • Sì sulle s/palle, perché come ho detto, s/palle, giudice, s/palle. La malattia è che non sappiamo chiudere subito le cause, cioè le porte, ma non è vero tutto dipende dal clima, se fa freddo o caldo, oppure dalla fame che si ha… (guarda il piatto del giudice) e spesso non è poca. Comunque signor giudice, io ripeto, e lo ripeto con forza, finora di fatti concreti non ne ho visti. E senza i fatti questo tribunale non può e m e t t e r e sentenze.
Giudice (prova a vomitare)
  • Emettere, forse voleva dire rimettere. La parola giusta casomai è rimettere, rimettere!.. no!.. no!… (prova a vomitare, ma poi fa un rutto e si risistema). Cancelliere mi porti un altro pollo… Cancelliere (lo chiama a voce alta).
Il cancelliere si affaccia tra le quinte e poco dopo torna dal giudice, gli porta un altro pollo e gli parla in un orecchio.

Giudice 
  • Sono stato appena informato che l'accusata è appena arrivata al nostro tribunale, sia fatta accomodare, accompagnata dalla forza pubblica. Cancelliere è pronto (consenso del cancelliere con un breve cenno della testa e con gli occhiali). L'accusa interroghi l'imputata (si mette da parte e comincia a dormire).
Pubblico ministero
  • Benvenuta signora, vedo che s'è conciata proprio bene. Ha assunto un aspetto veramente interessante, direi carnevalesco… Ho l'impressione che lei pensa già al solito rinvio… e penso che si sia preparata già per la solita pagliacciata,… ma questa volta ci troviamo nella seconda domenica di Quaresima. Forse lei non l'ha ancora capito: non ci sono rinvii... 
L'avvocato della Vecchia
  • Obiezione… obiezione: l'accusa non può, attraverso l'arma dell'ironia, del sarcasmo e della violenza verbale, fare considerazioni di carattere personale che esulano da quelli che sono i criteri della conduzione di un interrogatorio.
Giudice (svegliandosi)
  • Obiezione accolta. L'accusa si limiti ad avere un comportamento legittimo.


Pubblico ministero
  • Mi dica, allora, qual era il suo intento portando con sé quell'accozzaglia di persone per le strade del paese. Eh!.. su da brava,… signora,… cara signora abbiamo materiale in cui sono stati filmati incontri fuggevoli con politici dove lei fa fioccare buste colme di mazzette… ci hanno riferito di incontri particolari al lume delle nuove lampade del centro storico, ci racconti qual è il fine di questi vari incontri, diremo speciali,… Su parli, non abbia timori,… lei lo sa, il signor giudice è pronto ad ascoltarla… riferisca sulla confusione dell'altra sera sotto lo sporto e ci dica anche come fa ad accalappiare l'interesse di quella massa di persone, ci dica la verità... avanti parli…

Il giudice cade di nuovo in un sonno profondo.
Avvocato della Vecchia
  • Giudice,… giudice… obiezione, obiezione… l'accusa non è pertinente. Cerca di strappare con violenza verbale risposte alla mia cliente. Sembra un dentista alle prime armi alle prese con un dente di maiale. Il pubblico ministero, trovandosi in difficoltà, cerca di avere quello che non è riuscito mai a dimostrare finora con i fatti. Signor giudice, qui si vuole giudicare un'innocente. Si vuol far passare per reato, qualcosa che tutti fanno e che non sono in grado di dire chiaramente che fanno. Da quello che ho capito, il male della mia difesa è dire a tutti chiaramente che lo fa e di dire anche come lo fa. E ne sono sicuro, qualcuno che oggi sta alzando il dito accusandola, in passato si è anche divertito a vedere quello che lei ha fatto.                                                      Giudice, oggi nel terzo millennio tutto ciò non è accettabile. Queste sono accuse infondate che neanche cinquanta anni fa ci saremmo azzardati di fare.
Poi giudice, mancano i fatti,… i fatti,… i fatti e le testimonianze affidabili…
Pubblico ministero
  • Caro avvocato aspetti e vedrà. Venga portato in aula Domenico.
Cancelliere
  • Giuri di dire la verità, tutta la verità, dica lo giuro.
Minghe
  • 'O giuro
Pubblico ministero
  • Caro Domenico Vardarelli, lei non è più giovane, e vedo che non è sposato. E questo glielo chiedo perché non è un fatto trascurabile in questo processo.
Minghe
  • È vero giudice:..
Pubblico ministero
  • No!… Domenico, il giudice è lui… ma torniamo a noi. È vero che lei abita nei pressi dello sporto?
Minghe
  • Sì, giudice…
Pubblico ministero (con un tono di voce basso e un po' stizzito)
  • No!.. il giudice è lui… Ma di' al giudice piuttosto, che cosa hai visto due martedì fa davanti alla tua casa,… di' al giudice quale cosa ignobile faceva la signora qui presente .


Avvocato della Vecchia
  • Obiezione… l'accusa tende ad influenzare il teste… obiezione…
Giudice (si sveglia di nuovo)
  • Obiezione respinta,.. venga qua…qua vicino alla Corte. Mi dica ma lei come si chiama? 
Minghe
  • Minghie, minghie mi chiame…
Giudice
  • Non ho capito,…

Minghe
  • Minghie,.. Minghe…
Avvocato della Vecchia 
  • Obiezione, non è accettabile una testimonianza in dialetto… obiezione…
Pubblico ministero (al suo testimone)
  • In italiano, in italiano…
Minghe
  • Dominghie... Dominghe…
Pubblico ministero
  • Domenico, Domenico devi dire…
Giudice 
  • Ho capito,.. Domenico si accosti,… cosa ha visto realmente.
Minghe
  • Ie signore, che 'n sònghe vište. Come sapete io 'n sono sposate, no' pécché 'n me piacene 'o fémmene: sono nu poche timede. Insomme me truvave nella case, quanne ìe voléve uscire, vade per aprire la porta e cumènze a sentire urle, prime piccole e poie sembre cchiù fòrte fine a quanne 'n ce 'a sònghe fatte cchiò. La testa mi si è messa a girare. Girave, girave e ìe pensave che stave male, ma le urle non finivene. Allóre ìe 'ntrasatte ei aperte lu pertóne. Maraviglie, me che meraviglie,.. ìe 'n credeve a quélle che vedéve. Sapevo che a Jéveze ce števene, come si dice in italiano, cavalli, ma nitrare così non li aveve mai sentite. Giudice io ei sentite, cumme si dice in italiane, nitrati, ma nitrati lunghi e alti che štave per diventare surdo.

Giudice
  • Domenico: nitriti, nitriti…
Minghe
  • Certo le urle de cavalle, signor Giudice: cose mai vište prime.
La testa z'è misse a giraie encore cchiù forte, che songhe svenute… sì, sono svenute. Ma poche doppe, quanne me songhe svegliate la signora števe encore là che nitrava con i cavalli. E urlave, urlave e mi ha fatte paure. Allore, caro signor giudice, mi è venuto un altro giramento di testa, ma questa volte songhe reagite. Mi sone buttate pure ie nella mischie e ho cercate di difendermi da quei mostri dandole de sanda ragione. Vi devo dire che non saccio quante mi sono difese, fatto è che la mattine appresso mi sono svegliate con la testa tutte confuse e queste tra le mane, giudice (alza in alto una lunga salsiccia),… Ma vi sembra possibile giudice (ripete continuamente questa frase. Il pubblico ministero gli dà una pacca sulla spalla. Intanto il giudice scrive e picchia col martello su banco o fa sentire uno scampanellio)

Vocio del pubblico.

Giudice
  • Allora,.. Sentita la requisitoria del Pubblico Ministero qui presente. Sentita l'attenta testimonianza del Domenico Vardarelli, che ha visto l'imputata in luogo pubblico trasformarsi in animale mostruoso, testimonianza che va ad aggiungersi a quelle già raccolte e vagliate da questo tribunale. Constatato che la Vecchia ha turbato la quiete notturna dei cittadini e dello stesso Vardarelli, inducendolo ad una lotta sfrenata dalla quale ne è uscito come uno straccio umano, facendolo piombare in uno stato confusionale. Trovato uno dei tanti oggetti del reato. Valutato che oltre al reato di circonvenzione d'incapace bisogna aggiungere quello di abuso supremo e turbamento della quiete dell'intera cittadinanza. La Corte qui presente, appellandosi ad una regola della notte dei tempi in uso nei tribunali del popolo, condanna in via straordinaria la Vecchia alla pubblica segatura, come da sempre è stato fatto.
Colpo di martello o scampanellio. La Vecchia tra pianti e urli viene portata sul patibolo dai carabinieri, mentre Pulcinella l'accompagna.
Questa scena scritta per la prima edizione del "Carnevale di Quaresima", marzo 2001, è di Antonio Valiante.


La Vecchia (arrivata davanti alla cassa sulla quale deve essere segata)
Io sono vecchie
ma mi sembro una giovinetta,
se mi giro intorno
e mi guardo allo specchio
mi accuso certamente
come 'na bella tra questa gente
Pulcinella ditemi allora
Se io sono vecchierelle

Pulcinella
Sì, sei vecchia,
è da molto tempo che sei nata,
però questa sera dovrai essere segata:
con una sega tagliente o un'accetta affilata.
Adesso vengono gli ammazzatori
per segarti senza dolore. 

2 Questo testo è stato tratto da una testimonianza di Giuseppe D'Amico



PADRONE - 
Segatori!!.. 
su.. fatevi avanti
il verdetto è stato dato
e questa donna ingrata 
deve essere segata


TAGLIALEGNA
Con questa accetta
Che taglia la legna
Questa donna indegna
Deve esser tagliata
(ripetere)

SEGATORI 
Se l'accetta taglia
Ci mangiamo l'aglio
Se l'accetta è fine
Ci beviamo il vino
(ripetere)
TUTTI 
Sono tre anni che andiamo girando
Senza lavor non si può mangiar
(ripetere)
Con questa sega ben affilata
Questa donna ingrata deve morire
(ripetere)
(Cambia la musica)
Chi z'o puteve crede
'Nde šta bella stanza
Quešta donna Susanne
È perze ogne crianza
(ripetere)
Sega, sega šta vecchierèlla
'Nn è remašte né òsse né pèlle.
Sega, sega šta vecchierèlla
'Nn è remašte né òsse né pèlle.

(di nuovo la musica della prima strofa)

TUTTI 
Mo ze ne vène la signòre padrone
Se pòrte l'acche quešta séghe s'ammacche
Se pòrte 'o vine quešta séghe z'affine
Mo ze ne vène la signòre padrone
Se pòrte 'o casce quešte séghe trasce
Se pòrte 'u presutte, 'sta séghe sèghe tutte
Sèga, sèga šta vecchierèlla
'Nn è remašte né òsse né pèlle
Sèga, sèga šta vecchierèlla
'Nn è remašte né òsse né pèlle

PADRONA
Oh!… lavoratori che ben lavorate
Lasciate il lavoro e venite a mangiare
Sèga, sèga šta vecchierèlla
'Nn è remašte né òsse né pèlle
Oh!... lavoratori non vi stancate
mo viene il padrone e vi viene a pagar
Sèga, sèga šta vecchierèlla
'N è remašte né òsse né pèlle

PADRONE 
Lavoratori che avete lavorato
Fatevi avanti che vi voglio pagare
TUTTI 
Negli altri paesi non ci hanno pagato
Perciò ora ci facciam 'na allegra ballata.
(Tutti ballano, nel mentre iniziano i fuochi d'artificio).