domenica 8 novembre 2020


Commemorazione dei caduti di tutte le guerre e 

festa delle Forze armate





Oggi, con qualche giornata di ritardo, siamo qui a rendere omaggio ai nostri caduti di tutte le guerre e siamo qui a festeggiare le forze armate. 

È anche, questo giorno, come ribadito anche dal Presidente dello Stato, il Giorno dell'Unità nazionale. Quella Unità pagata a caro prezzo dai patrioti del Risorgimento e dai tanti italiani che hanno lottato per i diritti, anche per quelli che all'inizio non sono stati riconosciuti e per i quali ci si è opposti. 

La frase “Fatta l'Italia, bisogna fare gli italiani”, attribuita a Massimo D'Azeglio appena dopo l'unificazione dell'Italia, faceva capire quanto ancora all'inizio la nostra Terra era profondamente divisa. Lo ricordano gli eccidi e le rappresaglie dei briganti, come quelli di Casalduni e Pontelandolfo, lo testimoniano le profonde differenze sociali ed economiche, e ne è un documento importante la nostra Costituzione, approvata solo nel 1948. Soprattutto i forti scompensi economici e sociali tra Nord e Sud non hanno fatto sempre bene, ed oggi rivendicazioni di leggi più giuste sul federalismo fiscale ancora reclamate nel libro "Zero al Sud", di Marco Esposito sono una realtà. Ma queste sono scelte che attengono alla dialettica politica e noi oggi siamo qui a riconnetterci con il sacrificio dei padri che con la loro vita e con il sangue versato hanno unito gli animi e dato forza a quel respiro comune fatto di lavoro, di lingua, di storie, di poesie, di canti e di sacrifici comuni tanto da donarci un' Italia migliore.

L'Italia l'abbiamo vista a marzo sui balconi, negli ospedali e poi nei feretri e nei carri carichi di bare, ma quella Italia si è saputa unire in un unico coro nella lotta contro la pandemia. 

Ancora di più, adesso che la recrudescenza del virus si è fatta più violenta, dobbiamo tenere unito e forte il paese. È in questi  momenti critici  che un popolo deve mostrare il suo nerbo, il suo carattere di resilienza, affrontando le intemperie con senso civile, razionale ed equilibrato, mostrando che nonostante le nostre debolezze rispetto ad altri popoli europei, almeno siamo in grado di tenerci uniti. Perché uniti si è forti. Non possiamo pertanto perderci in negazionismi o approcci superficiali alle indicazioni sanitarie. 

Non possiamo dimenticare che dobbiamo essere uniti anche come europei. Perché, solo assieme siamo forti e ce la possiamo fare. 


È questo il momento di mostrare quanto l'Europa non sia solo un disegno politico ma anche una forza economica in grado di dare garanzie di aiuto e ristoro proprio a quelle popolazioni che maggiormente adesso stanno soffrendo.

"Le Forze Armate - ha sottolineato il presidente della Repubblica - hanno saputo corrispondere all'emergenza sanitaria senza risparmio di energie, con il proprio personale altamente specializzato, medici, infermieri, mezzi e strutture mediche, nonché con la intensificazione dei contributi alla sicurezza della convivenza civile nell'ambito dell'Operazione Strade Sicure per il controllo delle aree più a rischio". "Insieme - afferma ancora il presidente della Repubblica - supereremo questi giorni difficili così come insieme abbiamo costruito la Repubblica, libera e prospera". "Restare uniti è l'unico modo per uscirne".


In questo giorno, dobbiamo ricordare con dovere morale improrogabile di uomini civili quello che "è stato". Così come si raccomandava ai posteri, proprio in questo luogo, l'ultimo dei reduci, l'insegnante D'Amico Antonio, che nel leggere tutti i nomi degli uomini che persero la vita nelle guerre, dicendo."…onore sia dato sempre ai figli di Jelsi che per la patria lottarono e morirono."

(segue: lettura di tutti i nomi di tutti i caduti di tutte le guerre e il ricordo coloro che "... nonostante scamparono la morte, hanno portato vivido la loro testimonianza tra noi fino agli ultimi giorni della loro esistenza. Per tutti loro e per quel senso di lotta per il bene comune, qui noi oggi ci ritroviamo").  Viva l'Italia.


(Jelsi, 8 novembre 2020)